distanze di fuoco

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LotB
00domenica 5 agosto 2012 15:42
Da quello che ho letto sulle Fanterie dell'epoca napoleonica, la distanza di fuoco tra due Battaglioni era piuttosto ravvicinata: sui 50 metri per la Fanteria di Linea e tra i 100 e 200 per le Compagnie di Schermagliatori ed i Battaglioni di Fanteria Leggera.
Secondo Voi, codeste distanze venivano adottate anche contro nemici di tipo "tribale" (ad esempio i nativi Americani)? Oppure in questo caso il fuoco, da parte degli eserciti europei iniziava già da distanze maggiori?
Ad esempio, se gli Inglesi di Wellington si fossero trovati davanti degli Highlanders che, come avvenne a Culloden, avessero effettuato una carica contro di essi, li avrebbero aspettati prima di iniziare a sparare, oppure avrebbero aperto il fuoco già ad una distanza maggiore?
Sapete se per caso ci sia stata, in quel periodo (napoleonico), qualche battaglia "campale" tra eserciti europei ed eserciti "tribali"?
Avete per caso qualche testo da consigliarmi?
[SM=g6936]
Grazie,
LotB
00domenica 12 agosto 2012 15:30
Wellington potrebbe esserci scontrato con "tribali" nella sua campagna in India, mentre Napoleone potrebbe avere avuto una analoga esperienza contro i Mameluchi in Egitto.
Qualcuno per caso conosce qualche testo dal quale ricavare delle informazioni sul modo di combattere di codesti eserciti?
iginofaz
00domenica 12 agosto 2012 18:36
Ciao,
Riguardo i tuoi quesiti, non saprei risponderti con precisione, penso comunque che contro truppe "tribali" più che un problema di distanze,fosse più una questione di "Atteggiamento" verso il tipo di avversario che si aveva di fronte, ad esempio, contro un esercito composto principalmente da cavalleria, una formazione in quadrato avrebbe dato i risultati migliori.
Comunque nella serie Osprey, ci sono diversi volumi dedicati alla battaglia di Assaye (wellington in India) e alla campagna d'Egitto di Napoleone dove trarre alcune informazioni oltre al volume della serie men at arms dedicato all'impero ottomano tra il 1775 e il 1820.
Potresti cercare inoltre (sempre tra gli Osprey) volumi sulla guerra del 1812 tra Inglesi ed americani, o riguardanti la Guerra di indipendenza Americana per le tecniche di guerriglia degli indiani.
Per avere buone informazioni sulle tattiche napoleoniche ti consiglio
"IMPERIAL BAYONET" di G.Nafziger
oppure:"Weapons & Equipment of the Napoleonic Wars" di P.Haythornthwaite
Ambedue i volumi sono in lingua inglese.
Su internet potrebbe tornarti utile questo sito:
http://napoleonistyka.atspace.com/index.html
Spero di esserti stato utile [SM=g6960]
amenofi1964
00lunedì 13 agosto 2012 20:48
Il fatto che non si sparasse oltre i 200 metri (ed era già una distanza notevole) è dato dal fatto che i moschetti e i fucili dell'epoca napoleonica erano pressochè inefficaci oltre detta distanza.
Tieni conto che già a 100 metri la capacità balistica perdeva quasi il 50% dell'efficacia: del resto parliamo di armi ad anima liscia e palle di piombo senza ogiva.
LotB
00martedì 14 agosto 2012 17:32
Re:
iginofaz, 12/08/2012 18.36:

Ciao,
Riguardo i tuoi quesiti, non saprei risponderti con precisione, penso comunque che contro truppe "tribali" più che un problema di distanze,fosse più una questione di "Atteggiamento" verso il tipo di avversario che si aveva di fronte, ad esempio, contro un esercito composto principalmente da cavalleria, una formazione in quadrato avrebbe dato i risultati migliori.
Comunque nella serie Osprey, ci sono diversi volumi dedicati alla battaglia di Assaye (wellington in India) e alla campagna d'Egitto di Napoleone dove trarre alcune informazioni oltre al volume della serie men at arms dedicato all'impero ottomano tra il 1775 e il 1820.
Potresti cercare inoltre (sempre tra gli Osprey) volumi sulla guerra del 1812 tra Inglesi ed americani, o riguardanti la Guerra di indipendenza Americana per le tecniche di guerriglia degli indiani.
Per avere buone informazioni sulle tattiche napoleoniche ti consiglio
"IMPERIAL BAYONET" di G.Nafziger
oppure:"Weapons & Equipment of the Napoleonic Wars" di P.Haythornthwaite
Ambedue i volumi sono in lingua inglese.
Su internet potrebbe tornarti utile questo sito:
http://napoleonistyka.atspace.com/index.html
Spero di esserti stato utile [SM=g6960]



O.K., molte grazie per le informazioni.
A settembre proverò a cercare tra i libri Osprey qualcuno dei testi che mi hai suggerito.
Intanto provo a dare un'occhiata al sito che mi hai indicato.
Ciao


LotB
00martedì 14 agosto 2012 17:52
Re:
amenofi1964, 13/08/2012 20.48:

Il fatto che non si sparasse oltre i 200 metri (ed era già una distanza notevole) è dato dal fatto che i moschetti e i fucili dell'epoca napoleonica erano pressochè inefficaci oltre detta distanza.
Tieni conto che già a 100 metri la capacità balistica perdeva quasi il 50% dell'efficacia: del resto parliamo di armi ad anima liscia e palle di piombo senza ogiva.



Sì, è proprio quello che ho trovato scritto nei vari testi sulle battaglie del periodo napoleonico che ho a disposizione, dai quali risulta che la distanza di fuoco era abbastanza ridotta, intorno ai 50 metri. Nel libro di Alessandro Barbero, "La Battaglia - storia di Waterloo", c'è scritto che le Guardie inglesi "aprirono un fuoco che a distanza così ravvicinata, forse non più di di cinquanta o sessanta metri, si rilevò devastante". (pag. 301).

Mi chiedevo anche se gli archi, ancora in uso presso alcuni eserciti non europei, ad esempio i Turchi Ottomani, potessero avere una maggiore efficacia dei moschetti, in quanto potevano lanciare un maggior numero di frecce rispetto ai proiettili sparati con una salva dei moschetti, e da maggiore distanza, diciamo intorno ai 150 metri.
Probabilmente la lettura del libro Osprey dedicato agli Ottomani mi fornirà i chiarimenti.
Gli archi dei Pellirossa avevano una minore gittata. Da quello che ho letto effettuavano i tiri, nella caccia ai bisonti, da una distanza di non più di 30 metri. Probabilmente anche quelli degli Indiani affrontati da Wellington non dovevano essere molto migliori. O forse sì, se erano i discendenti dei Mongoli (i Moghul)?



amenofi1964
00mercoledì 15 agosto 2012 09:55
Gli archi degli Ottomani (in dotazione ormai solo alla CL nel periodo napoleonico) erano ancora del tipo composto, di derivazione antica, quindi con un tiro utile ben inferiore ai 100 metri, diciamo appunto 50-60 metri.
Per tirare a 150 metri in maniera efficace occorrerebbero i longbowmen inglesi del XV secolo...
LotB
00mercoledì 15 agosto 2012 15:40
Re:
amenofi1964, 15/08/2012 09.55:

Gli archi degli Ottomani (in dotazione ormai solo alla CL nel periodo napoleonico) erano ancora del tipo composto, di derivazione antica, quindi con un tiro utile ben inferiore ai 100 metri, diciamo appunto 50-60 metri.
Per tirare a 150 metri in maniera efficace occorrerebbero i longbowmen inglesi del XV secolo...



Ma l'arco composito, di deravazione mongola, non aveva una gittata comparabile al Long-bow?
[SM=g6936]

LotB
00mercoledì 15 agosto 2012 15:42
Re: Re:
LotB, 15/08/2012 15.40:



Ma l'arco composito, di deravazione mongola, non aveva una gittata comparabile al Long-bow?
[SM=g6936]




ovviamente volevo scrivere "derivazione" !!!!
[SM=g6958]
amenofi1964
00mercoledì 15 agosto 2012 16:31
Non credo che arrivasse ad una gittata comparabile con quella dei Longbow; inoltre è bene distinguere tra gittata potenziale e tiro utile: per quanto un cavaliere possa essere abile, la vedo dura centrare un bersaglio in movimento (suo e del bersaglio) a 150 metri...
Ti consiglio comunque questo libro sull'esercito ottomano, a mio avviso molto meglio dell'Osprey:
Bruno Mugnai, L’esercito ottomano da Candia a Passarowitz, 1645-1718
LotB
00mercoledì 15 agosto 2012 18:51
Re:
amenofi1964, 15/08/2012 16.31:

Non credo che arrivasse ad una gittata comparabile con quella dei Longbow; inoltre è bene distinguere tra gittata potenziale e tiro utile: per quanto un cavaliere possa essere abile, la vedo dura centrare un bersaglio in movimento (suo e del bersaglio) a 150 metri...
Ti consiglio comunque questo libro sull'esercito ottomano, a mio avviso molto meglio dell'Osprey:
Bruno Mugnai, L’esercito ottomano da Candia a Passarowitz, 1645-1718



Grazie per la segnalazione. Avresti per caso anche il nome della casa editrice?

Riguardo agli arcieri Ottomani: tiravano non su bersagli singoli in movimento, bensì su masse piuttosto compatte di soldati "fermi".
Da quello che ho già letto su Wikipedia, nella Battaglia delle Piramidi i Francesi si disposero formando i quadrati, per fare fronte al soverchiante numero di cavalieri Ottomani.
Ovviamente penso che avessero usato anche i cannoni, sparando a mitraglia quando gli Ottomani si avvicinavano, oltre che con le scariche di fucileria.
Buon ferragosto!
Ciao
[SM=g8956]

amenofi1964
00giovedì 16 agosto 2012 15:19
Ciao, la casa editrice è Filippi, Venezia, 1997-98, i volumi dovrebbero essere due.
Circa la cavalleria mamelucca della battaglia dele piramidi, posso confermarti che non portava più l'arco: era l'epigona della tradizione della cavalleria feudale ottomana (i sipahis per capirci) ed era dotata di lancia e spada da impatto (un po' come i lancieri napoleonici successivi o gli ulani austro - prussiani, per capirci).
LotB
00giovedì 16 agosto 2012 16:12
Re:
amenofi1964, 16/08/2012 15.19:

Ciao, la casa editrice è Filippi, Venezia, 1997-98, i volumi dovrebbero essere due.
Circa la cavalleria mamelucca della battaglia dele piramidi, posso confermarti che non portava più l'arco: era l'epigona della tradizione della cavalleria feudale ottomana (i sipahis per capirci) ed era dotata di lancia e spada da impatto (un po' come i lancieri napoleonici successivi o gli ulani austro - prussiani, per capirci).



O.K., grazie.
Ciao


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