Mimmi, un grazie è dovuto.
Cosa dire di me che non possiate scoprire?
Forse un piccolo epigramma…
La volontà di fondo di coinvolgermi totalmente nell’eros come estremità di confronto prossimo alla donna.
Alla società-Uomo che la ingloba.
Alla Cultura.
Scrivo seguendo la raffigurazione spesso imprecisa di un affresco persosi nel tempo. Guardo all’inedito riscontrabile nell’atto ripetuto e amoroso. Nell’ovvio di un corpo condiviso ma mai così uguale.
Immaginatemi puntellata sui gomiti, inginocchiata, fronte a uno specchio alzato. La mia mente non assiste, riproduce, prende parte e ciò che è separato – pensiero e frammento di ve(t)ro – viene presto sigillato.
Ora, da questa posizione cosa avete voglia di fare?