Disabilità e violenza

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luciola83
00mercoledì 17 marzo 2010 17:52
Caso per Assistenti Sociali
Salve lavoro da poco come Assistente sociale presso un Comune; mi è arrivata pochi giorni fa una lettera nella quale vengono descritte presunte violenze che una ragazza disabile subisce nella propria abitazione. La lettera è stata inviata da una zia della disabile la quale è stata contattata da alcuni vicini di casa che hanno osservato queste manifestazioni di violenza.

Non posso non prendere in considerazione tale lettera, ma mi trovo in difficoltà su come muovermi.

La disabile abita con il fratello e la sua moglie; è stato nominato un tutore che ha la responsabilità di rappresentare e assistere la persona disabile.
Cosa posso fare? convoco il tutore? faccio una visita domiciliare?non mi sembra subito la cosa giusta da fare).

Grazie mille
Un saluto a tutti i miei colleghi
Lucia
Francesca.Cagliari
00mercoledì 17 marzo 2010 21:03
Ciao....credo che ognuno si muoverebbe in modo diverso...
Cmq una cosa importante...Con una semplice lettera pervenuta in comune..tu non puoi fare niente! DEvi tutelare anche il tuo agire....
Convoca la zia e spingila ad andare dai carabinieri a fare la denuncia..Verrai poi contattata da loro..e allora potrai muoverti in vari modi....
Ma con solo una lettera di segnalazione del genere.....non mi risulta tu possa formalmente fare qualcosa.....
Del resto....cosa ne sai se qs storia è vera??? Qs zia potrebbe essere anche una matta furiosa decisa a creare problemi a qs famiglia...
Sarà che nel comune in cui lavoro è capitata una cosa simile...ossia una signora aveva denunciato un suo vicino di casa di abbandono minore e violenze.......quando non era vero niente......
Ma solo dopo denuncia formale la mia collega si è mossa.......
Poi certo...qualora si trattasse di minore il discorso potrebbe cambiare...
Ma tu contatta prima di tutto la zia e verifica ciò che puoi verificare....
Bisby King
00giovedì 18 marzo 2010 08:51
Io farei immediatamente una comunicazione urgente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni della tua città, comunicazione composta dalla tua nota di trasmissione (una nota brevemente descrittiva, finalizzata a trasmettere "per quanto di competenza") e dalla lettera della zia.

La Procura vaglierebbe la situazione e, ritenendolo eventualmente opportuno, ti darebbe il mandato necessario chiedendoti l'indagine sociale o comunque gli interventi di tua competenza.
Francesca.Cagliari
00giovedì 18 marzo 2010 09:54
Sì Bisby...ti do del tutto ragione...
Ma mi sorge un dubbio....
E se qs zia poi ritratta tutto o ti accusa di aver inviato a terzi la sua lettera senza sua autorizzazione???
Non contatteresti prima la zia per poi subito dopo fare ciò che hai scritto?
Non so..anche io avrei vari dubbi in qs casi..
luciola83
00giovedì 18 marzo 2010 10:41
...però la disabile non è minorenne.
Bisby King
00giovedì 18 marzo 2010 15:02
Se è adulta penso Procura. Prima un confronto con le locali Forze dell'Ordine, comunque, penso sia sempre il caso di farlo (per casi simili a questo, il consiglio vale sempre).

I dubbi li ho anch'io anche perché quando ci si confronta in queste situazioni spesso anche le autorità giudiziarie possono darti indicazioni in parte non univoche.

Non so se il servizio abbia conosciuto di persona la zia che ha spedito la lettera.
Se sì, avrei già anticipato che in caso di segnalazione avrei poi fatto transitare la richiesta attraverso quel canale (meglio: avrei invitato a fare una segnalazione diretta che- a quanto mi risulta- può essere effettuata anche in forma anonima).
Se no (lo stavo pensando mentre scrivevo il post precedente), avrei fatto quello che ho già scritto chiamando la zia ed informandola del passaggio che si andava effettuando (parecchi dubbi sul chiamarla prima o poi ce l'ho: dipende dalla situazione, da come era derivata la segnalazione, ecc.).
Se vengono portati alla luce fatti che riguardano l'Autorità Giudiziaria, il Servizio è comunque in dovere di segnalarli: su questo a mio avviso non servono autorizzazioni, dato che sono fatti messi nero su bianco e che, qualora non fossero segnalati (o anche segnalati intempestivamente), costituirebbero una reale omissione da parte del Servizio.
Se la signora successivamente li smentisce c'è comunque una lettera con timbri e protocolli che testimonia le precedenti narrazioni della signora stessa.

Federico
Chiarachan
00giovedì 18 marzo 2010 20:21
Sono d'accordo con Federico, io convocherei la zia, le spiegherei le conseguenze di una lettera del genere, le chiederei se è davvero sicura di quello che scrive
ma credo che, se la zia non ritratta, tu debba segnalare (l'omessa o tardiva segnalazione è un reato!!). Considera che la zia potrebbe aver già inviato la lettera anche alla polizia (...purtroppo è successo anche questo...)
Puoi sentire il tuo responsabile o la poilizia, ma credo si debba segnalare alla Procura c/o il tribunale ordinario.
E' vero che potrebbe essere tutto inventato, ma tu sei un'AS e non la polizia, non hai i loro strumenti di indagine e nemmeno il compito di farlo, per questo sono obbligatorie le segnalazioni in questi casi.
Anche se fosse una minore non avresti nessuna certezza sulla veridicità di quello che scrive la zia...
Stai tranquilla e valuta il più serenamente possibile la situazione, ma, personalmente, io penso che segnalerei
[SM=g27822]
Chiarachan
00giovedì 18 marzo 2010 20:38
P.S. forse la segnalazione va mandata, almeno per conoscenza, al giudice tutelare [SM=g27838]
luciola83
00venerdì 19 marzo 2010 21:21
Grazie per le risposte....altri assistenti sociali hanno detto che si tratta di notizia di reato, di non fare niente e di segnalare tutto all'Autorità Giudiziaria, com'è mio dovere.
Qual'è la documentazione/normativa a cui devo e posso far riferimento? ho bisogno di certezze operative.
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